La comunicazione telematica ha assunto un ruolo sempre più centrale nelle relazioni personali divenendo lo strumento per intraprendere e mantenere anche relazioni sessuali. Alla dimensione fisiologica del sesso telematico (cd. sexting) si affianca quella eventualmente patologica che viene in rilievo quando il mezzo digitale diventa veicolo di abusi, mettendo in tensione la disciplina penalistica a tutela della sfera sessuale della persona. Il lavoro, da un lato, evidenza l'obsolescenza di un codice penale che mal si adatta al progressivo scolorare della dicotomia virtuale-reale nel mondo contemporaneo, nonché alla immaterialità del cd. sexting coercitivo e, dall'altro, sollecita una riflessione sul ruolo della cultura formativa nella tutela preventiva della libertà sessuale. In particolare, muovendo dall'analisi delle dinamiche sottese alle condotte offensive della sfera sessuale della persona commesse a mezzo internet, che rivela come esse siano espressive di un mancato allineamento del progresso culturale a quello tecnologico, si vuole mettere in luce l'importanza dell'apertura di uno spazio nel dibattito giuridico sull'incidenza della costruzione dell'identità personale operata sul sesso e dei ruoli sociali costruiti sull'identità di genere nelle aggressioni sessuali, nonché sulla potenzialità di una appropriata e tempestiva educazione alla sessualità nel consolidare quella cultura del rispetto dell'habeas corpus che rappresenta la forma di tutela preventiva dei beni giuridici tutelati dai reati sessualmente connotati più valida ed efficiente.
Sexual Offenses in the Age of internet, between Traditional Issues and Needs of Prevention. Digital communication has taken on an increasingly central role in personal relationships, thus becoming a way for engaging in and maintaining also sexual relationships. Coupled with the physiological dimension of cybersex (so-called sexting) is the potential pathological dimension, which emerges when digital media are used to perpetrate sexual abuses, thereby undermining the existing criminal regulations providing protection of sexual freedom. This paper, on the one hand, highlights the obsolescence of the Italian Criminal Code, which is ill-suited for the progressively fading dichotomy between virtual and real in today's world and for the intangible nature of the so-called coercive sexting, and, on the other hand, it is intended to stimulate reflections on the role of educational culture in providing preventive protection of sexual freedom. More specifically, starting from an analysis of the social dynamics underlying cyber sexual offenses perpetrated through the Internet, which reveals how they are indicative of a mismatch between cultural and technological progress, this paper invites to start a legal debate on the impact that the construction of a personal sexual identity and the social roles built on gender identity have on sexual assaults. At the same time, this paper points out the positive potential that a proper and prompt sexual education may have in consolidating the culture of habeas corpus.