Nel presente lavoro si intende concentrare l’attenzione sulle questioni di carattere più propriamente interpretativo poste dalla lettura della disciplina italiana del golden power, anche e soprattutto alla luce dei principi e delle regole dell’ordinamento societario nel quale detta disciplina è destinata ad operare. Se, infatti, è vero che, nel tempo, la disciplina nazionale dei poteri speciali, inizialmente pensata dal Legislatore quale parte integrante del diritto societario, si è resa da esso progressivamente autonoma e ha assunto una connotazione propriamente pubblicistica, è altrettanto vero che, pure nella sua rinnovata veste, la stessa disciplina continua ad incidere sulla organizzazione e sulle vicende di imprese organizzate in forma societaria e, quindi, impone all’interprete uno sforzo di armonizzazione con le regole e con i principi da cui tale organizzazione e tali vicende sono rette.