The issue of non-pecuniary damage “from parental disinterest” raises a question with peculiar theoretical and practical implications. This type of damage is the latest development in a trend that includes greater extracontractual protection of “intra-family damage” in the light of constitutional and supranational principles. Therefore, this paper provides an overview of the axiological context relating to the debate on damage “due to parental disinterest”. Thereafter, it analyses the application issues of Italian case law: the nature - instantaneous or permanent - of the tort; the commencement of the “limitation period”; the “damage-consequence” and the quantification of the damage, also with reference to the application of the ‘variable point’ tabular criteria.
Il dibattito circa la risarcibilità del danno non patrimoniale da disinteresse del genitore invera una questione dalle particolari implicazioni dommatiche e pratiche. Il riconoscimento del danno in parola costituisce l’ultimo approdo di una tendenza che ha portato, gradatamente, a “colorare” la tutela aquiliana del danno endofamiliare, riconoscendo sempre più variegate fattispecie meritevoli di esser risarcite alla luce dei principi costituzionali e sovrannazionali. Sicché, il presente lavoro cerca di offrire, dapprima, una panoramica introduttiva sul contesto assiologico che ha ospitato il dibattito relativo alla pretesa in parola, successivamente, analizza le questioni applicative di cui - sovente - ci si è imbattuti nel diritto vivente italiano: la natura - istantanea o permanente - dell’illecito; la decorrenza della prescrizione; il “danno-conseguenza” e, in ultimo, la quantificazione del danno, anche con riferimento all’applicazione dei criteri tabellari “a punto variabile”.