Secondo i relativi organi di supervisione, i principi affermati dal c.d. "quartetto Laval" sono incompatibili con gli standard Oil e della Carta sociale europea. L’Autore esamina le decisioni di questi organi e il possibile contrasto della dottrina Laval con la recente giurisprudenza della Corte Cedu, rilevando come il test di proporzionalità della Corte di giustizia e quello della Corte Cedu non sembrino compatibili tra loro: ciò rende la dottrina Laval potenzialmente in contrasto con gli standard Cedu. L’Autore esamina anche l’attuale conflitto in sede Oil circa il riconoscimento internazionale del diritto di sciopero sostenendo che esso non debba comportare un ripensamento della recente tendenza della Corte Cedu a ricondurre i diritti sociali e del lavoro tra i diritti garantiti dalla Cedu. Secondo l’Autore, essa trova infatti giustificazione nella necessità di garantire la dignità umana dei lavoratori e la libertà di associazione e azione sindacale sono fondamentali a questo scopo.