The position held by the Italian case law concerning public policy in transnational family law matters has recently experienced some interesting developments, showing an enduring ambiguity between two different notions of public policy for the purposes of private international law, between a “truly international” conception of public policy, whereby it should be considered as purely limited to internationally shared legal principles, concerning especially the protection of fundamental rights, and a more traditional notion. According to the latter notion, public policy for the purposes of private international law shall be considered as embodying mostly national principles, identifying the fundamental attitude of the country at the relevant time, as reflected non only by its constitutional rules, but also by the rules embodied in domestic legislation, insofar as these translate into concrete rules the general principles embodied in the national constitution. Some recent judgments by the Italian Court of Cassation and Constitutional Court concerning topical issues of family law, with particular regard to surrogate motherhood, full adoption by same-sex couples, and repudiation, are particularly telling of this state of affairs. As the author proposes, the dichotomy between the said two notions of public policy for the purposes of private international law is likely to be overcome by suggesting a more flexible reading of the traditional notion, likely to encompass within its scope also those internationally shared legal principles concerning fundamental rights, embodied in the different notion mentioned above, with particular regard to the protection of the best interest of the child, as well as of gender equality.
L’orientamento della giurisprudenza italiana in tema di ordine pubblico in materia di diritto internazionale privato della famiglia ha visto in tempi recenti interessanti sviluppi, che dimostrano la persistenza di un’oscillazione tra due distinte nozioni di ordine pubblico nell’accezione internazionalprivatistica. Da una parte, una nozione di ordine pubblico “veramente internazionale”, per la quale questo avrebbe per contenuto unicamente principi internazionalmente condivisi, specialmente in materia di protezione dei diritti umani. Dall’altra parte, la nozione tradizionale di ordine pubblico internazionale, come composta principalmente da principi nazionali, che identificano il fondamentale modo di porsi dell’ordinamento dello Stato in quel determinato momento storico, i quali si trovano riflessi non soltanto nella costituzione, bensì anche nelle norme di legge ordinaria, nella misura in cui queste traducono in regole concrete i principi generali enunciati a livello costituzionale. Alcune pronunce recenti della Corte di cassazione e della Corte costituzionale concernenti questioni particolarmente sensibili di diritto di famiglia, dalla maternità surrogata, all’adozione piena da parte di coppie omosessuali, al ripudio, appaiono particolarmente rivelatrici di questa situazione. Come proposto dall’autore, la contrapposizione tra le due nozioni di ordine pubblico per i fini del diritto internazionale privato si presta ad essere superata adottando una lettura più flessibile della visione tradizionale, nel senso di ricomprendervi anche quei principi internazionalmente condivisi che formano parte della visione “veramente internazionale” dell’ordine pubblico, con particolare riferimento alla protezione del superiore interesse del minore, nonché all’eguaglianza di genere.