Da sempre tra gli obiettivi del movimento operaio, la democrazia economica e industriale si caratterizza per la volontà di estendere alla sfera dell’attività produttiva la logica democratico-partecipativa propria degli apparati statali. Convinti infatti della natura opaca e autoritaria della gestione di tale sfera, i partiti e le organizzazioni che hanno composto il movimento operaio – sia nella declinazione riformista e socialdemocratica, sia in quella rivoluzionaria e comunista – hanno assunto la ricomposizione tra politica ed economia come bussola per definire il proprio progetto di società. Il contributo si propone di ricostruire sinteticamente alcuni dei principali passaggi che scandiscono l’evoluzione dell’elaborazione socialista e comunista in questo preciso ambito. Dopo una breve ricognizione della riflessione marxiana in materia di scissione/ricomposizione tra politica ed economia, si passerà a esaminare dapprima i termini generali del dibattito mitteleuropeo, per poi scandagliare le differenti fasi dell’elaborazione italiana nel periodo compreso tra primo dopoguerra e la fine degli anni Ottanta