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In questo contributo è presentata una breve analisi empirica dell’evoluzione delle economie dei cosiddetti “Paesi del Gruppo di Visegrád” (caratterizzati da una crescita economica significativa), dandone una lettura in termini di cambiamento strutturale e progresso tecnologico anche alla luce di fenomeni emergenti come quello della “robotizzazione”. Lo studio si basa su statistiche descrittive e, oltre alle teorie del cambiamento strutturale, fa riferimento al framework teorico delle “extended crises” al fine di confrontare la situazione dei Paesi oggetto dell’analisi con quella di altre economie. Le banche dati utilizzate sono: il database STAN (STructural Analysis) dell’OCSE e quello della Federazione internazionale della robotica (IFR). I Paesi del Gruppo di Visegrád sembrano aver intrapreso un virtuoso percorso di crescita basato sul settore manifatturiero ad alta tecnologia e sui servizi a elevato contenuto di conoscenza. Questo percorso presenta però due limiti. Il primo è legato al fatto di essere stato finora fortemente legato alla Germania, con la conseguente possibilità di subire contraccolpi da un eventuale rallentamento dell’economia tedesca (come segnalato dai dati più recenti). Il secondo limite potrebbe derivare, in termini occupazionali, dalla specializzazione nel settore dell’auto, uno dei più esposti alla sostituzione del lavoro umano con quello delle macchine. Infine, il contributo suggerisce che l’attuale fase di transizione dovrebbe essere supportata da politiche pubbliche mirate.
