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Marina Poggi D'Angelo
The aim of this paper is to investigate the intent in "danger crimes", with a focus on to bankruptcy crimes. The domain of bankruptcy criminal law and of the new business crisis seems to be perfect for investigating how the "actus reus" of a danger crime is also reflected in the "mens rea" element, thereby modifying the object of the intent and its verification. The Author also argues that, in bankruptcy cases, the selection of conducts consistent with the type described by the legislator must be made first on an "objective" level, by establishing that they are indeed capable of endangering the integrity of a company's equity, and then on a "subjective" level, where the perpetrator must be aware of such likelihood. This is the only way to limit the criminal response to the actual, culpable offense and to rule out any objective and presumptive form of liability.
II lavoro si pone l'obiettivo di indagare il dolo di pericolo con particolari riferimento ai delitti di bancarotta. L'ambito del diritto penale fallimentare e della nuova crisi d'impresa, invero, sembra essere terreno d'elezione per poter verificare in che modo la tipicità oggettiva dell'illecito di pericolo si rifletta anche sul piano soggettivo, modificando in particolare l'oggetto del dolo ed il suo accertamento. Si cercherà inoltre di argomentare nel senso che, nei delitti di bancarotta, la selezione delle condotte conformi al tipo descritto dal legislatore, debba avvenire prima sul piano "oggettivo", mediante la verifica della concreta idoneità delle stesse a porre in pericolo l'integrità della garanzia patrimoniale, per poi investire il profilo "soggettivo", dovendo tale idoneità essere rappresentata da parte dell'agente. Solo in tal modo sarà possibile circoscrivere la risposta penale al fatto proprio e colpevole, escludendo forme oggettive e presuntive di responsabilità.
