Bolzano, Italia
With the lightning-fast introduction of Article 612-ter in the Italian Criminal Code, the Italian lawmaker too wanted to directly and specifically criminalize the so-called "revenge porn", i.e. the practice of posting sexual images without the consent of the people featured therein. The wording of the provisions governing the new crime raises many doubts, especially in terms of its practical effectiveness. These concerns are likely to mostly originate from a rushed legislative process, which lacked a general framing of the "revenge porn" phenomenon and an in-depth analysis of the underlying needs to criminalize. This essay - starting from these aspects and also underlining the importance of replacing the English neologism of "revenge porn" with the more appropriate wording of "non consensual pornography" - examines Article 612-ter of the Italian Criminal Code in comparison with the solutions implemented by other foreign legislators, as well as with other offences focusing on the dissemination of images, which already existed in the Italian legal system. This paper also discusses the element of lack of consent in the dissemination of images and it specifically focuses on its effects in terms of mens rea. The Author provides an innovative interpretation based on the "affirmative consent" theories applied to sex crimes in several US States.
Con la fulminea introduzione dell'art. 612-ter nel codice penale anche il legistore italiano ha inteso criminalizzare in via diretta e specifica il c.d. "revenge porn", la pratica di pubblicare immagini sessualmente esplicite senza il conser delle persone raffigurate. La formulazione del nuovo reato solleva molteplivi perplessità, specie sul piano della sua efficacia applicativa, che sembrano in gran parte da addebitare ad un iter legislativo affrettato, nel quale sono difettati un inquadramento generale del fenomeno e l'approfondimento delle sottostanti esigenze di criminalizzazione. Il contributo, muovendo da questi aspetti, e sottolineando anche l'importanza di abbandonare l'utilizzo del neologismo inglese per adottare la denominazione "pornografia non consensuale", procede all'esame dell'art. 612-ter c.p. in costante dialogo con le soluzioni adottate dai legislatori stranieri e con le fattispecie incentrate sulla divulgazione di immagini già presenti nell'ordinamento italiano.
Il commento del nuovo delitto si sofferma altresì sull'elemento della non consensualità della diffusione delle immagini, ed in particolare sui suoi riflessi sull'imputazione soggettiva, proponendone un'interpretazione innovativa, ispirata alle teorie dell' "affirmative consent" recepite da numerosi Stati americani in relazione ai delitti sessuali.