Milán, Italia
Strongly contested by many scbolars, the Life sentence without parole has recently earned Italy another conviction by the European Court of Human Rights. The Court reached this result through a construction of art. 3 ECHR which places human dignity at the core of the Convention and establishes a close link between the humanity of punishment and the resocialization of the convict. Calling for general measures aimed at preventing the perpetuation of violations, this decision forces the Italian legislature lo choose between two very different paths, i.e.to either quickly pass a reform that would conflict with the criminal policy guidelines of advocated by the current parlamentary majority, or wait for the forthcoming decision of the Constitutional Court, which in October will rule on the legitimacy of life sentences without parole, in a context where the grounds supporting such unlawfiulness based on art. 117 subparagraph 1 of the Italian Constitution have gained strength.
Contestato da ampi settori della dottrina, I'ergastolo ostativo ha meritato all'Italia una nuova condanna da parte della Corte Edu. A tale esito la Corte è approdata attraverso una lettura dell'art. 3 CEDU che colloca la dignità dell'uomo al centro del sistema della Convenzione e stablisce uno stretto nesso fra umanità della pena e risocializzazione del condannato. Reclamando misure generali volte ad impedire il perpetuarsi delle violazioni, la sentenza pone il legislatore italiano di fronte ad un'alternativa secca: varare in tempi brevi una riforma confliggente con le linee politico-criminali propúgnate dall'attuale maggioranza parlamentare o rimettersi alla decisione della Corte costituzionale, che nel prossimo ottobre si pronuncerà sull'ergastolo ostativo, in un contesto nel quale il profilo di illegittimità fondato sull'art. 117 co.1 Cost. ha acquisito nuova forza.