Firenze, Italia
This article is focused on the medical and judicial “case” of a little, English patient, Alfie Evans, suffering from a neurodegenerative pathology with probable genetic cause, which cannot be counteracted with the currently available treatments. By proposing controversial hermeneutical dynamics, English doctors and judges have defined his life as “futile”, they have decided to deprive him of vital support and to cause premature death against his parents’ will, not allowing his transfer to other hospitals and, therefore, denying the right to free movement in the European territory and the right to use cross-border healthcare mobility. Ethically and legally sensitive issues have intertwined, shaking world public opinion, and raising questions of pressing topicality.
Il presente contributo è focalizzato sul “caso” medico-giudiziario di un piccolo paziente inglese, Alfie Evans, affetto da una patologia neurodegenerativa da probabile causa genetica, non contrastabile con gli attuali trattamenti disponibili. Proponendo dinamiche ermeneutiche alquanto discutibili, medici e giudici inglesi hanno definito “futile” la sua vita, hanno deciso di privarlo dei supporti vitali e di causarne la morte prematura contro il volere dei genitori, non consentendo il suo trasferimento ad altri ospedali e, quindi, negando il diritto alla libera circolazione nel territorio europeo e il diritto di usufruire della mobilità sanitaria transfrontaliera. Questioni eticamente e giuridicamente sensibili si sono intrecciate, scuotendo l’opinione pubblica mondiale, e sollevando interrogativi di stringente attualità