This essay presents a comprehensive reading of Gesetz und Urteil, in which the young Schmitt deals with the topic of judicial decision making, criticizing both formalism and Freirechtsschule. Nonetheless, if at a first sight Schmitt’s thesis might appear over this dispute – by the highlighting of the case method and the motivation – it already emerges a complete distrust in the rationality of the decision, whose only strength is its capacity of standing out and setting the order. We thus do understand the shifting in Schmitt’s thinking from the philosophy of the judgement to the philosophy of the power. The dialogical dimension of the judicial decision, coming from a practical reasoning-oriented, cooperative and collective endeavor, could not be appreciated by Schmitt, who was looking for an order-setting decision, a stable order mirroring the cohesive community.
Questo saggio offre una lettura sistematica di Gesetz und Urteil, in cui il giovane Schmitt affronta il tema della decisione giudiziale, esprimendo posizioni tanto lontane dal formalismo interpretativo, quanto dalla Freirechtsschule. Tuttavia, se a prima vista le tesi di Schmitt potrebbero apparire un previdente superamento di tale dialettica – attraverso la valorizzazione del precedente e della motivazione – a emergere è già una sfiducia nella razionalità della decisione, la cui unica forza consiste nella sua capacità di imporsi ed instaurare l’ordine. In questo senso si comprende lo slittamento del pensiero di Schmitt dalla filosofia del giudizio alla filosofia del potere. La dimensione dialogica della decisione giudiziale, necessario prodotto di un’impresa collettiva e cooperativa che richiede l’uso del ragionamento pratico, non poteva che essere disconosciuta da Schmitt, il quale, invece, era alla ricerca di una decisione che istituisse un ordine stabile, espressivo dell’unità organica di una comunità già coesa al proprio interno.