Branko Bembič
La Slovenia possiede un’economia relativamente coordinata e un sistema di relazioni industriali di tipo neo-corporativista, il quale è stato sottoposto a pressioni sempre crescenti a partire dalla metà degli anni Duemila. Dopo aver descritto il periodo di formazione del sistema di relazioni industriali sloveno e le pressioni cui esso è stato sottoposto, il presente articolo affronta gli sviluppi verificatisi nelle aree della flessibilità e della garanzia del posto di lavoro, nonché il loro impatto sulla disuguaglianza nel periodo post-2008. A seguito della rottura del dialogo sociale a livello nazionale e del rafforzamento, su pressione degli attori internazionali, della posizione del capitale e del governo, il potere dei sindacati si è rivelato decisivo per il raggiungimento di un compromesso tra le richieste di flessibilità, da un lato, e le misure a garanzia del posto di lavoro, dall’altro. Considerata la ripartizione diseguale delle risorse a disposizione dei sindacati di settore, l’integrazione dei vari livelli (aziendale, settoriale e nazionale) delle strutture sindacali è stata di fondamentale importanza per la lotta contro la disuguaglianza.