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L’analisi comparata del caso irlandese e italiano ci aiuta a mettere a fuoco alcune questioni chiave in merito a quale sia il cambiamento in atto e quale sia quello desiderabile. Il confronto fra Irlanda e Italia illustra che laddove la famiglia è il fornitore maggiore o esclusivo di cura, le tendenze del mercato del lavoro e quelle demografiche sono destinate a condurre a cambiamenti strutturali riguardo alla cura degli anziani. Porsi delle domande su quale sia la direzione che il mutamento va prendendo ha senso perché gli sviluppi sono recenti è c’è ancora spazio per interventi di politica economica. In particolare il nuovo mix di forniture di cura che, grazie all’immigrazione, va emergendo “spontaneamente” in Italia induce a pronunciarsi riguardo alle possibili alternative. Come si pone il modello emergente in Italia nei confronti di quello danese? I paesi che non possono più affidarsi interamente alla famiglia dovrebbero invece contare sull’immigrazione per far combaciare fornitura e domanda? E le famiglie dovrebbero decidere da sole se utilizzare i servizi degli immigrati – cosa che potrebbe produrre un ampio settore informale – oppure la manodopera immigrata andrebbe progressivamente integrata nelle strutture pubbliche e private ufficiali come in Danimarca?
