Nicola Bowtell, Gemma Al-Jassar, Christine Gray, Katie Kelsey, Julia Verne
Il Regno Unito ha 2000 anni di storia di migrazione, e i neri e le minoranze etniche ora costituiscono quasi un quinto della popolazione in Inghilterra e Galles, di cui oltre 5 milioni sono donne. Le disuguaglianze nella salute sperimentate da alcuni residenti del Regno Unito, tra cui donne migranti, sono state riconosciute dalle autorità pubbliche sin dagli anni Ottanta, con un impegno costante da oltre 30 anni volto a migliorare l’accesso ai servizi per tutti. Tuttavia, nonostante queste iniziative politiche, nel Regno Unito persistono ancora disparita nelle condizioni di salute e nell’accesso ai servizi per le donne nere e appartenenti a minoranze etniche, ad esempio, nella salute riproduttiva, nello screening, la salute mentale e le cure di fine vita. Attraverso una revisione della letteratura e interviste con esperti, donne migranti e politici, questo lavoro si propone di esplorare lo stato di salute delle donne BME (Black and Minority Ethnic Women), alcuni dei principali ostacoli al loro accesso alle cure, e le iniziative di policy destinate ad alleviare queste barriere. La ricerca dimostra che la promozione di servizi di cura culturalmente attenti alle diversità, accanto a una adeguata formazione degli operatori sanitari, possono aiutare a ridurre queste disuguaglianze.