Tutte le storie della Unione Europea ripetono che la lezione della guerra era l’unità dell’Europa, e l’altra lezione storica è che l’estremismo politico del periodo fra le due guerre fu il risultato della disoccupazione di massa e di una debordante disuguaglianza sociale.
Da questo venne il “compromesso di classe” del dopoguerra: l’economia keynesiana e il welfare state, che assieme seppero assicurare non soltanto redditi reali in crescita, ma sempre meno disuguaglianze. I democratici cristiani (nel Regno Unito i conservatori della tendenza “one nation”) avevano per questo aggiornato la loro concezione unitaria della società per rappresentare gli interessi popolari. Questo equilibrio fu rotto dalla rivoluzione thatcheriana, ma fino agli anni 1990 ciò rimase soprattutto una particolarità britannica.Oggi, tuttavia, per le élites economiche e politiche d’Europa ciò che davvero interessa è il mercato globale, non la società europea.