Horizontal subsidiarity is potentially a very rich principle, as recognized by Article 118 of the Italian Constitution. However, such wealth would be wasted if there were no tools to «translate» its potential into practical effects on the daily workings of our administrative bodies, particularly at the local level. However, fortunately, such tools do exist. The first is «shared admini- stration», an organizational model that was first theorized twenty years ago. The second is a model of local regulation that has been adopted by several Italian municipalities to govern the relationship between active citizens and local administrative bodies through so-called «collaboration deals».
In practice, these deals are much more than a mere tool to enhance citizens’ hidden capabilities to take care of common goods. Indeed, such deals become the virtual «locus» in which citizens and public administrations jointly determine what is their community’s general interest, how to pursue it, with what resources, procedures, etc. For this reason, then, today it can be said that the active freedom that – according to Benvenuti – distinguishes what he calls «demarchia» is mirrored in the new form of freedom recognized to citizens by the Constitution when, by applying the subsidiarity principle, they literally bring the Constitution to life.
La sussidiarietà orizzontale è un principio estremamente ricco di poten- zialità ma questa sua ricchezza rischierebbe di andare sprecata se non ci fossero gli strumenti capaci di «tradurre» le potenzialità del principio in effetti pratici sul funzionamento delle nostre amministrazioni, in particolare di quelle locali. Ma gli strumenti ci sono. Il primo è un modello organizzativo teorizzato vent’anni fa capace di valorizzare tutte le potenzialità della sussidiarietà, definito «amministrazione condivisa». Il secondo è un regolamento comunale- tipo, adottato da molti comuni italiani e in corso di diffusione anche all’estero che, attraverso uno strumento molto semplice, i «patti di collaborazione», regola il rapporto fra cittadini e amministrazioni locali per la cura dei beni comuni. In realtà i patti di collaborazione sono molto più di un semplice strumento per valorizzare le capacità nascoste dei cittadini per la cura dei beni comuni. Essi diventano il momento di individuazione dell’interesse generale nel caso concreto, il «luogo» in cui cittadini e amministrazione insieme definiscono cosa è nell’interesse generale della comunità e come perseguirlo, con quali strumenti, mezzi, procedure, etc. Per questo oggi forse la libertà attiva che per Benvenuti caratterizza la demarchia si può riconoscere nella nuova forma di libertà riconosciuta ai cittadini dall’art. 118, ultimo comma, quando applicando il principio di sussidiarietà fanno vivere la Costituzione.