Carlo Formenti
L’articolo si propone di analizzare criticamente i limiti e le contraddizioni di un paradigma che raggruppa una costellazione di narrazioni teoriche - postoperaisti, apologeti della New Economy, teorici del "capitalismo personale" e del lavoro autonomo di seconda generazione, ecc. - che utilizzano alcune categorie comuni: economia della conoscenza, economia del dono, knowledge workers, moltitudine, classe creativa, ecc. La critica verrà condotta riproponendo il punto di vista analitico fondato sul concetto di composizione di classe. Si tratta, com’è noto, di una categoria che ha svolto un ruolo centrale nella storia del pensiero operaista, il quale la utilizzava per "leggere" la stratificazione sociale attraverso un duplice criterio: quello del posizionamento di un determinato strato nell’organizzazione del processo produttivo (composizione tecnica) e quello delle sue pratiche conflittuali (composizione politica). Si tratta di uno strumento teorico che consente di articolare le categorie marxiane di classe in sé e classe per sé, adattandole a un contesto storico in cui la relazione fra identità di classe e soggettività politica tende a divenire meno visibile e scontata.