Roberto Cugnasco
1. Premessa. - 2. La maggiorazione del dividendo come incentivo all'investimeto di lungo corso. - 3. Deroga al principio di proporzionalità di cui all'art. 2350 cod. civ. e rispetto del principio di uguaglianza fra azionisti. - 3.1. L' art. 127-quater come limite all'autonomia statutaria delle società quotate e non come norma legittimante. - 4. Insussistenza di una categoria speciale di azioni. - 5. Il rapporto fra la " categoria speciale di azionisti " e le " categorie spaciali di azioni ". La tutela dell'azionista privilegiato. - 5.1. ( segue ): il diritto di recesso in caso di eliminazione o riduzione del privilegio. - 5.2. La tutela dei titolari di altre categorie di azioni di fronte all'introduzione della clausola di maggiorazione del dividendo: l' approvazione delle assemblee speciali ed il diritto di recesso. - 5.3. Sull'ambito di applicazione della clausola in presenza di diverse categorie azionarie. - 5.4. Sulla possibilità di replicare il meccanismo attraverso un'emissione di azioni speciali. - 6. Le azioni escluse dal privilegio e gli azionisiti esclusi dal privilegio. La rilevazione dei soggetti legittimati alla percezione del dividendo maggiorato. - 6.1. ( segue ): il concetto di " detenzione " di cui all'art. 127-quater. - 6.2. Le modalità di determinazione del dividendo complessivamente distribuibile. - 7. L' attrubuzione del beneficio alle azioni assegante in sede di aumento gratuito del capitale sociale. - 8. Le " condizioni ulteriori " cui può essere subordinata l' assegnazione del beneficio e gli spazi di autonomia statutaria.