Il contributo si propone di esaminare il Patto di convergenza, introdotto dall’articolo 18 della legge delega 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fi scale, allo scopo di assicurare la progressiva convergenza, tra i vari livelli di governo, dei costi sostenuti per l’esercizio delle funzioni, i quali dovranno progressivamente divenire più effi cienti possibili – e dunque minimi – rispetto al raggiungimento dello scopo (effi cacia) di soddisfare i livelli essenziali delle prestazioni. Data una prima defi nizione della nozione di convergenza, anche in comparazione con la convergenza europea, ci si sofferma ad analizzare rapporti e condizionamenti che possono intercorrere tra la determinazione dei costi minimi, sottesi all’erogazione delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, e l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all’art. 117, comma 2, lett. m), Cost., anche alla luce dei primi decreti attuativi della riforma. La seconda parte del lavoro è, invece, dedicata alla valutazione critica del ruolo svolto dal Patto di convergenza nell’ambito del c.d. coordinamento dinamico della fi nanza pubblica, attinente alle procedure che consentono il funzionamento della leale collaborazione tra apparato centrale e autonomie territoriali.