La proposta di legge sulla riduzione della settimana lavorativa presentata al Parlamento italiano offre l’occasione per una riflessione critica e costruttiva sul ruolo che una riduzione dell’orario di lavoro standard può svolgere per perseguire l’obiettivo di aumentare e mantenere alto il tasso di occupazione. A tale scopo, il saggio si propone di discutere quali siano le condizioni di sistema affinché la crescita della domanda e della produzione possano manifestare il loro pieno potenziale generativo di occupazione, creando, al tempo stesso, più occupazione e più tempo libero, potenzialmente per tutti coloro che partecipano al processo di cambiamento in atto (e non solo per i pochi che si trovano nelle condizioni di poter scegliere se lavorare di meno). Due condizioni vengono individuate: a) permettere che le ore di lavoro diminuiscano (tendenzialmente) al crescere della produttività oraria del lavoro; e b) permettere che i salari orari reali aumentino anch’essi in linea con la produttività oraria del lavoro. Tenendo insieme crescita dell’occupazione e crescita dei salari, una riforma dell’orario di lavoro concorrerebbe così ad affrontare in modo propositivo uno dei problemi di fondo del nostro sistema socioeconomico a cui da decenni non viene data risposta. Il saggio sottolinea altresì che, per aumentare la sostenibilità sociale della crescita, in particolare in questa difficile fase di transizione tecnologica e demografica, sia indispensabile un nuovo sistema di regole per migliorare le condizioni di lavoro.