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Highlighting the risk of an “excess of the purposes” of anti-mafia interdictions, sentence no. 180 of 19 July 2022 of the Constitutional Court offers the opportunity for some critical reflection on their statute.
The growing protagonism they denote in the current legislative programs of coercive social control suggests, in the wake of the authoritative requests of the European Court of Human Rights, a rethinking of the entire discipline. Also because the obvious need to protect the economy from the danger of mafia contamination should be accompanied by legislative choices with greater balance regarding the adequacy of the instruments functional to this indispensable objective
Lumeggiando il rischio di una “eccedenza dei fini” delle interdittive antimafia, la sentenza n. 180 del 19 luglio 2022 della Corte costituzionale offre lo spunto per qualche riflessione critica sul loro complessivo statuto. Il crescente protagonismo che denotano negli attuali programmi di controllo sociale coattivo suggerisce, sulla scia delle autorevoli sollecitazioni della Corte europea dei diritti dell’uomo, una rimeditazione della intera disciplina. Anche perché l’ovvia necessità di proteggere l’economia dal pericolo di contaminazioni mafiose dovrebbe accompagnarsi a scelte legislative dotate di maggiore equilibrio circa l’adeguatezza degli strumenti funzionali a questo irrinunciabile obiettivo
