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Il contributo si sofferma sul tema della responsabilità penale nel settore medico, per eventi avversi occorsi al paziente, nel sistema francese. Lo scritto, in primo luogo, offre una breve panoramica dell’evoluzione e dell’assetto attuale del sistema sanitario di questo Paese. Successivamente, la disamina involge tanto la disciplina del nesso causale quanto quella della colpa, anche nella prospettiva dell’attività in équipe. Si evidenzierà, allora, come la scelta del legislatore francese, in ordine alla distinzione tra causalità “diretta” e “indiretta”, che muove da una presunzione (affatto ragionevole) del mi-nor disvalore di condotte generatrici di fattori causali non prossimi all’evento (nonché dalla necessità di limitare il meccanismo ascrittivo derivante dall’applicazione della teoria della conditio sine qua non), sollevi diverse criticità, a livello teorico ed applicativo. Successivamente, l’analisi si rivolge all’istituto della mise en danger (che rappresenta una delle più rilevanti peculiarità del sistema repressivo francese) non-ché alla responsabilità della persona giuridica per faute professionnelle. Si conclude, dunque, rilevan-dosi che le ragioni dell’assai ridotta dimensione del contenzioso nel settore della “colpa medica” in Francia debbono rintracciarsi, verosimilmente, negli enormi investimenti pubblici (che determinano, giocoforza, un elevato standard qualitativo delle cure) nonché nella valorizzazione, ad opera del legislatore, di condotte di tipo riparatorio nel contesto del rapporto reo-vittima
The paper focuses on the issue of criminal liability in the medical sector, for adverse events occurring to the patient, in the French system. First, the text offers a brief overview of the evolution and current structure of the health system of this country. Subsequently, the examination involves both the discipline of the causal link and that of fault, also in the perspective of teamwork. It will then be highlighted how the choice of the French legislator, with regard to the distinction between “direct” and “indirect” causality, which moves from a presumption (not so reasonable) of the minor negative value of actions generating causal factors not close to the event (as well as the need to limit the ascriptive mechanism deriving from the application of the theory of the conditio sine qua non), raises various critical issues, at a theoretical and applicative level. Subsequently, the analysis turns to the institution of mise en danger (which represents one of the most relevant peculiarities of the French repressive system) as well as to the liability of the personnes morales per faute professionnelle. It concludes, therefore, by noting that the reasons for the very small size of litigation in the field of “medical negligence” in France must probably be traced back to the enormous public investments (which determine, unavoidably, a high-quality standard of care) as well as in the enhancement, by the legislator, of conduct of a remedial type in the context of the offender-victim relationship.
