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Genoa, Italia
Complicity in Crime. The persisting doubts in the case-law interpretation of psychological participation The paradigm of condicio sine qua non in the context of complicity is often difficult to apply, especially in cases of moral participation. In these cases, it is necessary to establish a causal link between two human behaviours: the inciting action orchestrated by the moral accomplice and the choice of the perpetrator to commit the crime itself. This assessment requires the judge to explore the universe of “interpersonal relations” and can often result in a true probatio diabolica. This paper analyses the controversial modus procedendi followed by a large part of the case law, which tends to easily find liability for moral participation in crimes, thereby adopting solutions that are often based on presumptive arguments and rhetorical devices, hence in conflict with fundamental principles
La declinazione del paradigma della condicio sine qua non in ambito concorsuale risulta spesso difficoltosa, specialmente con riguardo alla partecipazione morale. In questi contesti, infatti, è necessario procedere al riscontro di un nesso di causalità psichica, ossia di un collegamento eziologico fra l'azione istigatoria orchestrata dal presunto complice e il reato commesso dal soggetto istigato. Tale accertamento impone al giudice di merito di addentrarsi nell'imperscrutabile universo delle “relazioni interpersonali” e può spesso risolversi in una probatio diabolica. Nel presente scritto viene analizzato il discutibile modus procedendi seguito da una cospicua parte della giurisprudenza, che tende a riconoscere, con estrema disinvoltura, la partecipazione morale, pervenendo a soluzioni spesso fondate su argomentazioni presuntive e, dunque, confliggenti con i fondamentali presidi garantistici.
