Rosario Franco
La vicenda delle obbligazioni mediche, con il connesso profilo della responsabilità (contrattuale o extracontrattuale), continua a rappresentare un banco di prova per dottrina e giurisprudenza, in un continuo modificarsi, alla ricerca dell’individuazione degli indici alla cui stregua selezionare, caso per caso, la soluzione che costituisca il miglior equilibrio conseguibile tra interessi del paziente e progressi della scienza (con i relativi processi nomologico-deduttivi). Vicenda che negli ultimi anni ha visto collocare la linea di confronto sulla complessa questione del nesso di causalità (fino ad oggi di appartenenza della responsabilità aquiliana) tra condotta debitoria (medico) e danno al creditore (paziente), con la sovveniente ricollocazione giurisprudenziale dell’interesse di quest’ultimo ‘fuori’ dal vincolo obbligatorio e ‘dentro’ la causa del contratto, l’esaltazione della problematica degli obblighi di protezione e i possibili servigi ‘interpretativi’ che la buona fede in executivis è idonea a procurare.
The case of medical obligations, together with the profile of liability (contractual and extra-contractual), continues to represent a testing ground for doctrine and jurisprudence, always in evolution in search of the identification of indices on the basis of which to select, case by case, the solution that constitutes the best balance achievable between the interests of the patient and the progress of science (with the relative nomological-deductive processes). In the last few years, the case has focused on the complex question of the causal link (which until now belonged to the civil liability) between the debtor’s conduct (doctor) and the damage to the creditor (patient), with the jurisprudential relocation of the latter’s interest outside the obligatory bond and within the cause of the contract, the exaltation of the problem of the protection obligations and the possible interpretative services that good faith “in executivis” is able to provide.