This essay starts from the philosophical and etymological origins of the “ideal” (or “formal”) concurrence of crimes. The predicate “ideal”, referring to the concurrence of crimes, clarifies a now forgotten aspect: the essence of the phenomenon at issue lies in the same “idea” or “form” in which the different crimes are involved, in a relationship of “interference” with one another (“eidos” in Plato's “theory of ideas”). Then, the paper highlights how, in the nineteenth-century and comparative legal experience, the ideal (or formal) concurrence represents a hypothesis of “apparent concurrence”. Finally, the contribution examines the impact that this reconstruction — which leverages the above-mentioned matrices (philosophical, etymological and historical-legal) — has today on the “systematic interpretation” of the complex theme of the relationships between “supremacy clauses”, apparent and material concurrence of crimes.
Il saggio muove dalle origini filosofiche ed etimologiche del concorso “ideale” (o “formale”) di reati. Il predicato “ideale”, riferito al concorso di reati, rischiara un aspetto ormai dimenticato: l'essenza del fenomeno in questione sta nella medesima “idea” o “forma” di cui partecipano le diverse incriminazioni in rapporto di “interferenza” fra loro (“eidos” nella “teoria delle idee” di Platone). Nel lavoro si mette in luce come nell'esperienza giuridica ottocentesca e comparatistica il concorso ideale (o formale) rappresenti una ipotesi di concorso apparente. Si esaminano infine i riflessi che questa ricostruzione — la quale valorizza le suddette matrici (filosofiche, etimologiche e storico-giuridiche) — proietta oggi sulla “lettura sistematica” del complesso tema dei rapporti fra clausole di riserva, concorso apparente e concorso materiale di reati.