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Milán, Italia
Il saggio si propone di indagare la struttura sistematica e il finalismo dell'apparato sanzionatorio delineato dal d.lgs. n. 231/2001. Dopo una ricognizione delle tipologie sanzionatorie prescelte dal legislatore, viene ricostruita la struttura ‘multilivello' della funzione commisurativa, che si apprezza sia nella complessa articolazione della criteriologia, sia nel rilievo assunto dai fattori temporali nella valutazione delle condotte post factum dell'ente. L'indagine sulle finalità della sanzione, prendendo le mosse da un confronto con la riflessione sviluppatasi nella dottrina anglosassone, evidenzia come la recezione nel nostro ordinamento di questo paradigma sanzionatorio esprima un essenziale orientamento verso la prevenzione speciale, che qui si coglie in una dimensione peculiare, “ex ante” e “indiretta”, confermata dalla logica progressiva del sistema commisurativo e dalla valorizzazione delle attività riparatorie post fatcum. A partire da questo finalismo, l'Autore risale ai contenuti del ‘precetto sanzionatorio' e del ‘precetto comportamentale' rivolti all'ente, distinguendoli dal precetto penale indirizzato alla persona fisica.
This essay aims at investigating the fundamental structures and the rationale of the Italian system of sanctions for corporate criminal liability. After a brief review of the applicable sanctions, the Author illustrates the “multilevel” architecture of the sentencing principles, especially with regard to the complex articulation of the sentencing criteria and the primary relevance of the timing of corporate remedial actions. Starting from a comparison with Anglo-Saxon legal studies, the analysis of the theories of punishment demonstrates the key role played by the special preventive rationale underlying Italian corporate penalties. In this particular context, special preventive effects can be regarded as “ex ante” and “indirect” and their crucial relevance is revealed by the “progressive” philosophy and the post-factum focus underlying the sentencing principles. Building on these achievements, the Author identifies the preceptive rules addressed to legal entities, distinguishing them from the criminal prohibition addressed to individual wrongdoers.
