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Ombretta Di Giovine
La letteratura criminologica c.d. revisionista del secolo scorso ha denunciato che la presunzione di eguale libertà dei destinatari del precetto penale ridonda a scapito degli individui più svantaggiati dal contesto economico, sociale, familiare (oltre che dalla biologia). Tale consapevolezza rende difficile il disingaggio morale del giurista contemporaneo, spingendolo a cercare soluzioni che mitighino tale ingiustizia, allentando o addirittura elidendo il nesso tra delitto e castigo. Sarebbe tuttavia un errore sottovalutare il c.d. “bisogno di pena” delle vittime e della società, che rappresenta il principale ostacolo sulla strada delle riforme del sistema sanzionatorio.
The so-called revisionist criminological literature of the last century affirmed that the assumption of equal freedom of the recipients of criminal execution measures redounds to the detriment of the most disadvantaged individuals penalized by their economic, social, family context (as well as by biology). This awareness makes it difficult for contemporary legal experts to achieve moral disengagement, pushing them to seek solutions that mitigate this injustice, loosening or even eliminating the link between crime and punishment. However, it would be a mistake to underestimate the so-called “need for punishment” of the victims and of society, which is the main obstacle along the path of reforms of the sanctioning system.
