Il libro di Francesco Silva e Augusto Ninni è un’opera importante che, miscelando abilmente economia, storia e politica, dà un’interpretazione suggestiva dell’evoluzione economica italiana negli anni 1947-1989 e dei lasciti positivi, ma più spesso negativi, che hanno pesantemente condizionato i decenni successivi. Il grande debito pubblico, le debolezze del sistema delle grandi imprese e delle istituzioni politiche e sociali, il permanere dei problemi del Mezzogiorno e della bassa occupazione, e l’allargamento dei fenomeni associati alla corruzione, all’evasione fiscale e alla criminalità organizzata hanno fortemente contribuito al pesante declino dell’economia italiana negli anni Novanta e Duemila. Pur sottovalutando leggermente i guasti dovuti al troppo scarso impegno di Stato e imprese per la ricerca, per la diversificazione produttiva e per tecnologie meno inquinanti e risparmiatrici di energia, gli autori hanno fornito un grande affresco dell’evoluzione economica italiana successivamente alla Seconda guerra mondiale, indicando anche nel capitolo conclusivo qualche efficace strumento di intervento.