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Ci troviamo dinanzi a giudici (super)legislatori senza responsabilità politica che con i loro interventi dettano le scelte di fondo dei sistemi penali nazionali, tanto sul terreno sostanziale quanto su quello processuale. Con riferimento, poi, al tema della prescrizione del reato, oggetto sia di una serie di pronunce (ultima in ordine di tempo, la sentenza Taricco) delle giurisdizioni europee, sia da tempo al centro di un aspro dibattito politico sfociato nell’ennesima proposta di riforma attualmente in discussione alla Camera, tutto ciò può dirsi compatibile con il nostro ordinamento costituzionale (nello specifico con i relativi “controlimiti” alla disapplicazione della norma interna) e con la sovranità che il popolo, unico titolare, esercita nelle forme della democrazia rappresentativa?
