Attraverso il caso particolare delle opere di Jean-Baptiste-Claude Delisle de Sales, l’articolo ripercorre l’evoluzione del sistema censorio francese fra la fine del settecento e il primo ottocento. Il saggio si propone in particolare di ricostruire i cambiamenti intervenuti nella censura libraria durante il Consolato e dell’Impero e le loro ripercussioni sulla storiografia della Rivoluzione francese elaborata e pubblicata in età napoleonica. Basato su fonti attualmente conservate presso gli Archivi nazionali di Parigi e la Biblioteca nazionale di Francia, il contributo segue le vicissitudini di Delisle de Sales e di altri autori di opere storiche del primo ottocento come un filo rosso attraverso il quale mettere in luce i complessi meccanismi di controllo della memoria collettiva di cui si è avvalso il governo napoleonico. Il tema della prima storiografia sugli eventi rivoluzionari viene trattato nella prospettiva della storia del libro, dell’editoria, delle pratiche di lettura e dell’affermazione della proprietà letteraria dell’autore fra XVIII e XIX secolo.