In the wake of the controversial political arguments developed during the Brexit campaign in the UK, the essay deals with the issue of guaranteeing social rights for Eu citizens living in a different country than their own, in light of EU and member State legislation and ECJ case law. It seems quite evident that social protection standards connected with the free movement of workers in Europe are getting worse, within a context featuring protectionism as a new global policy, especially after Trump’s election in the United States. The problematic framework emerging from this analysis turns on the strong legitimacy crisis of the EU integration process, accelerated by the robust criticism leveled against EU citizens’ free movement rights, one of the chief political pillars on which European citizenship is founded.
Prendendo le mosse dalle tematizzazioni polemiche professate durante la campagna referendaria svoltasi nel Regno Unito per il voto del giugno 2016 sulla Brexit, il saggio apre una riflessione critica sulle trasformazioni da tempo in atto, nel diritto dell’Ue e nella giurisprudenza della Corte di giustizia così come in alcuni ordinamenti degli Stati membri, in relazione ai diritti alle prestazioni sociali dei cittadini europei residenti in Paesi membri diversi dal proprio. Alla luce delle ricerche condotte emergono con chiarezza i significativi cedimenti dei livelli di tutele sociali connessi con l’esercizio della libertà di circolazione dei lavoratori in Europa, inquadrabili in un più ampio contesto di rinnovate tendenze protezionistiche, nel mondo di recente addirittura aggravate dai primi atti della nuova amministrazione Trump. Il quadro che ne emerge induce a più approfondite riflessioni sulle cause della crisi di legittimazione attuale del processo di integrazione europea gravemente accelerata dalla messa in discussione dei diritti di libera circolazione quale originario fondamento per la costruzione di una più forte nozione di cittadinanza europea.