The economic and financial crisis in the last few years has been the main trigger for a series of social and political crisis. European states insist adopting free market policies and, simultaneously, to dismantle investment in welfare. This situacion increase inequality and poverty and, moreover, a reduced willingness on the part of banks to finance businesses and households.
Local populations, forced to endure heinous and wicked sacrifices, feel increasingly alien to traditional politics. Fortunately, it is emerging among European citizens need to switch from the centrality of markets and the banks of citizens’ rights priorities. New forms of cooperation are emerging, however, the activism of the new groups as well as being without a democratic mandate, appear very heterogeneous by area of interest, and still far from the idea of a genuine and democratic partecipation.
La crisi economico-finanziaria globale di questi ultimi anni è stata l’elemento scatenante di una serie di crisi sociali e politiche. Gli Stati europei insistono nell’adottare politiche improntate al libero mercato e, contemporaneamente, a smantellare gli investimenti nel welfare. Aumentano le disuguaglianze e la povertà e, come se non bastasse, le banche hanno ridotto i prestiti alle famiglie e alle imprese.
Le popolazioni locali, costretti a sopportare sacrifici odiosi e iniqui, si sentono sempre più estranee alla politica tradizionale. Fortunatamente, sta emergendo nei cittadini europei un’esigenza di passare dalle politiche incentrate sulla centralità. Nuove forme di associazionismo si stanno affermando, tuttavia, l’attivismo dei nuovi gruppi, oltre ad essere privi di un mandato democratico, appaiono assai eterogenei per ambito di interesse e ancora lontani dall’idea di una democrazia veramente partecipativa.