Lo scritto esamina l'itinerario percorso da R. Villata per oltre mezzo secolo nel labirinto del rapporto tra giurisdizione ordinaria e giurisdizione amministrativa. L'a. è rimasto sempre fedele alla convinzione che i l riparto sia basato sulla contrapposizione tra interesse legittimo e diritto soggettivo, ricordandoci che questo è stato il criterio accolto dalla nostra Costituzione. Tuttavia, Egli è consapevole che l'interesse legittimo che avevano in mente i Costituenti era ben diverso dall'interesse legittimo attuale: quello era una posizione che assicurava la possibilità di annullamento dell'atto amministrativo illegittimo; questo si mostra assai più pretenzioso, perché mira alla soddisfazione dell'interesse sostanziale sotteso (anche se non sempre è possibile la reintegrazione). Da ciò derivano numerosi corollari. E cambiato lo stesso modo di operare del giudice amministrativo, il quale si trova a gestire sempre più spesso azioni di tipo risarcitorio. I l legislatore con sempre maggiore frequenza interviene per assegnare all'uno o all'altro giudice sfere di controversie senza tenere conto o non tenendo adeguatamente conto del tradizionale criterio di riparto. La Corte di Cassazione non raramente interviene non per risolvere conflitti di giurisdizione, ma per sindacare il corretto esercizio del potere giurisdizionale. Di fronte a questa evoluzione, Villata ritiene che non ci sono ragioni per sopprimere la giurisdizione del giudice amministrativo in favore della giurisdizione unica. Piuttosto bisogna intervenire altrove, disciplinando, per fare un esempio, la responsabilità delle pubbliche amministrazioni; prevedendo un controllo sulle decisioni del giudice amministrativo che risolvano controversie " d i spettanza"; inserendo nei collegi chiamati a decidere sulle questioni di giurisdizione giudici appartenenti alla giurisdizione in relazione alla quale è sorto il conflitto.
Nel presentare questa parte dell'opera di Villata, non mancando di segnalare alcuni punti di dissenso, si è sottolineato che l ' A . propone le sue tesi come ipotesi di discussione, sempre pronto a ridiscuterle e ad accettare i suggerimenti altrui nella convinzione che il dialogo aperto e franco sia l'indispensabile base di qualsiasi seria ricerca
The script examines the R.Villata scientific itinerary about the report between the civil and administrative Judicature. Villata thinks the report is founded on the contraposition between the legitimate interest and the subjective right (criterion received in our Constitution).
However he is conscious the legitimate interest which the Constituents had in the mind was very different from the present legitimate interest: that assured the simple power to obtain the annulment of the illegitimate administrative acts; this has for target to assure the effective satisfaction of the interested person.
Consequences: a) the administrative judges changed their manner to work, because they more frequently have to decide the indemnity's controversies; b) the Italian legislator frequently assigns the competences without any consideration of the criterion received in the Constitution; c) the S.C. often doesn't intervene to resolve jurisdiction's conflicts, but the Court intervenes to investigate the correct exercise of the jurisdictional power. The A. thinks the present evolution, whose he is perfectly conscious, doesn't justify the abolition of the administrative Judicature. He believes it's better, for ex., to regulate by law the responsibility of the public Administrations; or to insert in the colleges, who have to decide jurisdictional questions, judges pertaining to the Judicature interested to the conflict.
Apart from some specific dissents, it is necessary to underline the A. always proposes his opinions like hypothesis which the scientifìc community have to hold in consideration, because a sincere dialog is the indispensable support of the scientifìc research