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Does the principle of contractual autonomy also include the freedom of individuals to set up the contract formation process? When, in 1961, Salvatore Romano published his book entitled ¿Introduzione allo studio del procedimento di diritto privato¿ (Introduction to the study of the private law process),he did not hesitate in answering this question affirmatively, motivated by the conviction that individuals can regulate the exercise of their powers and can exercise their prerogatives even in the procedural phase.But his voice was totally dissonant with the doctrine perpetuated to this datewich instead postulates as mandatory the rules about the contract formationand brings back to the choices of state law the dissolution of doubts concerning whether, when and how as a contract has been concluded.The most recent doctrine is more careful in investigating the spaces offered to private autonomy to regulate the contract formation process. However, the doctrinal attempt to overcome the old postulates is not persuasive, proclaiming the existence of a general principle of ¿private procedural autonomy¿. It is illusory to think that private autonomy, increasingly constrained in the definition of contractual content, ends up being practiced by freely inflecting various processes in the formation of the contract. The result of a more careful investigation reveals that the spaces offered to the individuals freedom to set up the process, even though they exist, are very narrow, considering that in the contract formation have an impact the following:the principle of agreement as an unfailing element of the contract, theprinciple of the intangibility of the legal sphere of others, the principle of certainty of contractual constraint.
Il principio di autonomia contrattuale comprende anche la libertà dei privati di configurare il procedimento di formazione di un contratto?Quando, nel 1961, Salvatore Romano pubblicò il suo volume dal titolo ¿Introduzione allo studio del procedimento di diritto privato¿, non ebbetentennamenti nel rispondere affermativamente a questo quesito,mosso dalla convinzione che i privati possano regolamentare l'esercizio dei propri poteri e possano esercitare le loro prerogative anchenella fase procedimentale. Ma la sua voce era assolutamente dissonante rispetto al corrente insegnamento dottrinale, che si perpetua sino ai nostri giorni e che invece postula la inderogabilità dei modi di formazione del contratto e rimette alle scelte dell'ordinamento giuridico statuale lo scioglimento dei dubbi riguardanti il se, il quando e il come è concluso un contratto. La dottrina più recente si mostra più attenta nell'indagare gli spaziofferti all'autonomia privata di regolamentare il procedimento di formazione del contratto. Non appare tuttavia persuasivo il tentativo dottrinale di superare i vecchi postulati proclamando l'esistenza, in questa materia, di un principio incondizionato di «autonomia privata proceentale». È illusorio pensare che l'autonomia privata, sempre più costretta nella definizione del contenuto contrattuale, finisca per esercitarsi declinando liberamente varianti procedimentali alla formazione del contratto.All'esito di una più attenta indagine emerge che gli spazi offerti alla libertà configurativa dei privati, che pure esistono, sono molto ristretti,considerato che in tema di formazione del contratto incidono: il principio dell'accordo quale elemento indefettibile del contratto, il principio di intangibilità della sfera giuridica altrui, il principio di certezza del vincolo contrattuale.
