Alessandro Bernardi
This essay analyzes the evolution of the Italian case-law on the carrying of the holy knife kirpan by the Sikh minority, which ranges front an initial leniency by ordinary judges to the subsequent rigor adopted by the Supreme Court. After putting such case-law in the current context characterized by "fear of the stranger" and "clash of cultures", the paper examines kirpan-carrying with reference to the criminal legislation on weapons, to the rote of the "cultural element " in the offence governed by article 4 of law No. 110/1975 and to the balance between constitutional principles. After some quick reflections on the reactions reported in the literature to the most recent Supreme Court decisions, the essay stresses the importance of a rapid enactment of the legislative draft concerning the balance between the opposite needs of religious freedom and public security, which should both be taken into account by the law on kirpan-carrying
Il lavoro prende in esame l'evoluzione della giurisprudenza penale italiana relativa al porto del pugnale sacro da parte della minoranza sikh; giurisprudenza caratterizzata dapprima dal prevalente indulgenzialismo dei giudici di merito e successivamente dal rigorismo del giudice di legittimità. Dopo aver collocato tale giurisprudenza nell'attuale contesto segnato dalla "paura del diverso" e dall'idea di "scontro di civiltà", il lavoro analizza il porto del kirpan con riferimento sia alla disciplina penale delle armi, sia al ruolo del "fattore culturale" nel reato di cui all'art. 4 1. 110/1975, sia al bilanciamento dei principi costituzionali. Dopo alcune brevi riflessioni sulla diversa accoglienza riservata dai commentatori alla più recente giurisprudenza della Cassazione sul kirpan, questo articolo sottolinea l'opportunità che si concluda al più presto l'iter del disegno di legge concepito per mediare le opposte esigenze di libertà religiosa e di sicurezza pubblica, rispetto alle quali la normativa sul porto del kirpan è chiamata a confrontarsi