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Stephen Barber, Henning Meyer
Il conflitto ideologico della Guerra Fredda ha fatto sì che il ponte fra l’Europa e gli USA fosse eretto sulla base di comuni interessi di sicurezza. Esso era solido, ben fondato, reciprocamente vantaggioso e consolidato dalla collaborazione di organizzazioni competenti. Ma al crollo del comunismo, seguito da un’epoca di rapida globalizzazione di scambi e capitali, le questioni economiche e commerciali hanno assunto un’ovvia preminenza. La EU e gli USA da lungo tempo godono di posizioni consolidate come attori economici centrali, e tuttavia il ponte di comuni interessi alla sicurezza, eretto per rimediare alle conseguenze della Seconda guerra mondiale, ha comportato che le relazioni economiche transatlantiche siano state trascurate dai politici su ambo i lati dell’oceano per gran parte del XX secolo. Inoltre, come argomento di indagine accademica, le relazioni economiche transatlantiche hanno subito lo stesso destino del processo politico, e sono dunque state ampiamente trascurate. Usando la metafora del “ponte”, il presente contributo sostiene che l’agenda economica e politica in senso stretto, concentrata quasi esclusivamente sulla riduzione delle barriere non tariffarie, reca la responsabilità della debolezza delle relazioni economiche transatlantiche. Ciò suggerisce che un impegno maggiore dei più importanti partecipanti alle relazioni economiche transatlantiche è essenziale affinché esse riescano a servire l’interesse economico di EU e USA.
