In Italia, alcune importanti riforme del sistema educativo sono state introdotte negli anni Novanta, per limitare l’eccessiva burocratizzazione e centralizzazione e la separazione dalla realtà economica e produttiva. I principali provvedimenti hanno riguardato l’a utonomia delle scuole, l’innalzamento dell’età dell’istruzione obbligatoria, la parità delle scuole private (non governative) e la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative sull’istruzione e la formazione professionale. In un contesto di revisione della spesa pubblica, anche l’ammontare complessivo delle risorse umane e finanziarie del sistema educativo è messo sotto osservazione, specie perché sembra non influenzare il livello degli apprendimenti degli studenti, misurati attraverso test oggettivi: laddove sono state investite più risorse i risultati sembrano più scarsi. Il saggio analizza le principali modifiche del quadro normativo, con particolare attenzione alle fasi del processo di decentramento, osservando che la riforma dell’organizzazione complessiva del sistema educativo appare bloccata e la riduzione delle risorse a tutti i livelli potrebbe produrre effetti inattesi.