Acceso usuarios
Nell’ultimo decennio in Italia si è registrata un’ampia diffusione dei contratti “atipici”, ed in particolare di quelli cosiddetti “parasubordinati”. Tuttavia, la limitata disponibilità di dati impedisce una completa conoscenza del fenomeno “lavoratori parasubordinati” – ovvero quanti siano, quali siano le loro caratteristiche e le loro prospettive a breve e lungo termine. In questo lavoro, facendo uso delle banche-dati attualmente disponibili, si intende rispondere a queste domande, valutando in particolare, da un lato, se la diffusione delle forme contrattuali flessibili possa indurre un fenomeno di segmentazione della forza lavoro fra un mercato primario “stabile”, a più elevati redditi e tutele del welfare state, anche e soprattutto previdenziali, ed uno secondario “precario”, caratterizzato da minori retribuzioni, diritti e copertura pensionistica e, dall’altro, verificando se, e in quale misura, gli attuali parasubordinati possano incorrere in rischi di emarginazione sociale e povertà, sia durante la vita attiva, sia, a maggior ragione, da anziani. Una particolare attenzione viene dedicata alla valutazione dell’adeguatezza delle prestazioni previdenziali attese dagli individui che trascorrono un’ampia parte della carriera come parasubordinati, dato che essi risultano relativamente svantaggiati rispetto ai dipendenti in relazione a tutti gli elementi – il salario, l’aliquota contributiva e la continuità della carriera individuale – dai quali dipende l’entità delle pensioni erogate dal sistema pubblico contributivo.
