La recente sentenza della Consulta n. 261/2015 che annulla l’art. 29, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 e, come conseguenza, il Piano della portualità e della logistica, fonda la sua emanazione sulla mancata previsione dell’approvazione del medesimo in sede di conferenza Stato-Regioni, una previsione considerata necessaria stante la natura attualmente concorrente della competenza in discorso. L’ipotesi viene accostata dalla Corte a quella della “chiamata in sussidiarietà”, cioè ai casi in cui si ammette che, per la compiuta tutela di interessi generali, lo Stato intervenga in misura prevalente nell’esercizio di una competenza concorrente rispettando, comunque, forme minime di coinvolgimento delle Regioni. Coinvolgimento che in questo caso non è stato previsto e che, dunque, è mancato. In realtà, sia per motivi riguardanti la semplificazione sia in considerazione dell’intero processo di riforma ordinario e costituzionale che va interessando la materia, la questione avrebbe potuto essere inquadrata quale “esercizio anticipato” di una competenza che il processo di riforma costituzionale intendeva escludere dal novero delle competenze concorrenti per ricondurla a quelle esclusivamente statali. Una questione che resta aperta sia per il fatto che il Piano rimane attualmente vigente a seguito dell’intesa “postuma” espressa dalle Regioni, sia per l’esito negativo del referendum costituzionale.
The Constitutional Court’s recent judgment (No. 261/2015) nullifying art. 29, paragraph 1, of Decree-Law No. 133 (September 12, 2014) and, as a consequence, the Harbour and Logistics Plan, is motivated by the lack of any prevision for the Plan’s approval by the State-Regions Conference.
Such a prevision is considered necessary in light of the current “concurrent” nature of the relevant jurisdiction. The Court defined the situation as a “call to subsidiarity”, that is, contexts in which full protection of common interests entails a prevalence of State intervention in the implementation of shared jurisdiction, although minimal participation by Regions needs to be safeguarded. No such involvement is envisaged and is therefore deemed lacking. Actually, for the sake of simplification and in the light of the entire ordinary and constitutional reform process affecting the matter, the issue could have been framed as an “early exercise” of a competence that the current constitutional reform process intends to leave out of concurrent jurisdiction in order to reinstate its status as an exclusive State competence.