L’articolo contiene alcune riflessioni sulle conseguenze sull’assetto delle Province dell’esito negativo del referendum sulla riforma costituzionale Renzi- Boschi. Il filo conduttore è costituito dalla questione della differenziazione delle forme di governo locale e in particolare del governo di area vasta. L’idea di fondo è che la bocciatura del referendum, unitamente all’affermazione da parte della Corte costituzionale nella sentenza n. 50/2015 della insussistenza di un nesso necessario tra politicità di un ente e diretta elettività dei suoi organi di governo, rimetta in gioco l’indirizzo di politica legislativa che fa della Provincia una sorta di agenzia al servizio dei Comuni.
This article expounds some thoughts regarding the institutional role of Provinces after the negative outcome of the referendum on the Renzi- Boschi constitutional reform. The thread is represented by the issue of how to differentiate second-tier local government throughout the Country.
The main thesis is that the rejection of the said referendum along with the claim by the Constitutional court (decision 50/2015) that there is not any necessary implication between the political nature of a local Authority and the direct election of the members of its bodies raises doubts on the policy implemented in the recent period aimed at transforming Provinces into a sort of agencies at the service of local Councils.