The essay has developed in order to enquire into the character of Francesco Cazrnelutti from a peculiar (or better said, unusual and a bit intrusive) point of view. That of the turbolent Subject, rather than the so wide object of the Author's works, also in the light of the hints and sentiments supplied by Carnelutti himself, in his charmant "autobiography in third person", "Mio Fratello Daniele". The "heterodox" beginnings of Carnelutti, because of the distance he soon put between himself and the Academics, despite his addiction to the "classroom" (to those of the Catania and Bocconi universities; to court-rooms, more often), may explain his original "realist-dogmatic" attitude, well developed since his "La Prova Civile" well before the devopmento of the Sistema. And maybe even elucidate a bit the reasons of his isolation in the postwar period, but at the same time also of his long-lasting teachings. The poliedric character of Carnelutti as a jurist carves out: bachelor in Pandects, lawyer, private law scrutineer and of the low brow new frontiers of social regulations (labour law, social security law, law of damages), full professor of commercial law at first, and also of civil procedure law later on. And professor here in Rome of criminal procedure law at last (still non separated from substantive criminal law at hat time but so much more vivid); a subject which earned his preference in the end, as he set up the foundations for a new code of criminal procedure, anti-inquisitorial because with an ancient civiliarn core to some extent, as far as party autonomy (Dispositionsmaxime) is concerned as mean for the full attention to the person of the accused. In the same stream of conscience and fulfillment expressed in the forgotten booklet Art of Ius.
Lo scritto si é formato per tappe in moli anni, con versioni e diramazioni progressive, posto che ci si proponeva di avvicinare la figura di Francesco Carnelutti da un angolo di visuale peculiare (meglio: insolito, quasi indiscreto): quello del Soggetto, più che dell'oggetto vasto e vario delle indagini, ad un tempo logicissime ed accorate, dell'A; anche alla juce delle informazioni fornite, e più ancora delle atmosfere di autocoscienza ricreate, con grande charme, da Carnelutti stesso nella sua "autobiografia en terza persona", allorché la sua vita esteriore ed interiore mutava non poco, el volumetto "Mio Fratello Daniele". L'inizio "eterodosso" di C., perché lontano dall'Accademina ancorché, dopo la laurea al Bo', mai discostatosi dall'"aula" (quella, però, dei tribunali, e pure delle università di Catania e della Bocconi e poi tante altre), può darci qualche ragione della sua originale impostazione "dogmatica-realista", chiara sin da "La Prova Civile" e ben prima del Sistema. E forse anche, nel dopo guerra, indicarci le volute ragioni del suo finale isolamento, ma pure della sua durevole lezione e sfida. Ne emerge la figura poliedrica del Carnelutti giurista onnivoro sol perché in realtà, e quasi maniacalmente, pervaso di sempre inappagata comprehensive jurisprudence: laureato in pandette, avvocato cultore del diritto privato nelle sue nuove plebee frontiere (laburistiche, previdenziali, risarcitorie), ordinario di diritto commerciale, prima, oltre che di diritto processual civile, poi. I tanti casi della vita, talora avversi, proprio per questo più fruttuosi. E infine l'approdo tardo, a sessant'anni come professore romano ma di procedura penale (ancora coesa, all'epoca, al diritto penale, ma tanto più, di nuovo, plebea eppur socialmente cruciale); con interrrogativi indissolubilmente teorici e pratici che finì necessitatamente per prediligere, ponendo le basi umanistiche di un nuovo codice di procedura penale c.d. accusatorio, di stampo per più versi, si direbbe, civilistico quanto a valori isonomici-dispositivi e per la concreta attenzione per la centralita' della persona accusata, ben prima e al di là del dibattimento, come forse suggerisce la confluenza fra antica scienza e ritrovata coscienza cristiana. Ogni cosa qui intravista sol per cenni e note. In attesa di provare a vedere come il suo Beruf tormentato si compia nel dimenticato, in qualche modo astorico, "libriccino" Arte del diritto egli operosissimi ultimi lustri.