Bolonia, Italia
L’articolo concentra l’attenzione sul nuovo Senato italiano, come disegnato dalla riforma costituzionale soggetta a referendum, e lo analizza in prospettiva comparata, con particolare ma non unico riferimento alle Camere territoriali di Austria, Belgio e Francia, al fine di comprendere meglio il potenziale impatto ed il valore della prospettata revisione. Le lezioni comparate estrapolate nel corso dell’analisi consentono di mettere in luce sia i limiti che le possibilità di sviluppo del nuovo Senato. I principali limiti riguardano la funzione legislativa, ridimensionata dall’introduzione di un procedimento legislativo ordinario monocamerale, e la funzione di rappresentanza territoriale, che potrebbe risultare assoggettata alle dinamiche della politica nazionale date le modalità di composizione della nuova Camera unite alla centralizzazione del sistema partitico italiano. Tuttavia, il disegno della riforma non preclude affatto al nuovo Senato l’assunzione di un ruolo di rilievo, con particolare riferimento all’esercizio dei suoi poteri di controllo sulle pubbliche amministrazioni, di valutazione delle politiche pubbliche e di partecipazione alle decisioni relative alle politiche europee. Inoltre, il nuovo Senato potrebbe assumere un’importante funzione di mediazione politica, capace di ricomporre i diversi interessi territoriali del Paese e risolvere i conflitti centro-periferia nella sede della sovranità nazionale.