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Con questo lavoro si offre, dopo averne brevemente tratteggiato la genesi storica, una ricostruzione generale del principio di proporzionalità e dei suoi impieghi da parte della giurisprudenza costituzionale in materia penale. Quel che emerge è che a fronte del tentativo di definirne in modo rigoroso lo statuto logico, nella concreta prassi applicativa il principio di proporzionalità esibisce contomi piuttosto sfrangiati e le sue capacità di prestazione si rivelano troppo legate a dati assiologici e ragioni contingenti che precedono il giudizio per essere adoperato come affidabile criterio di orientamento della politica criminale. Tuttavia, la sua portata euristica sembra recuperare terreno ove si ribalti l'angolazione prospettica e si consideri la proporzionalità - piuttosto che come strumento di legittimazione dell'intervento statale - come criterio di delegittimazione della pretesa sanzionatoria, adoperandolo come modulo di sintesi delle istanze garantistiche, idoneo a testare la complessiva razionalità della norma all'intemo del sistema penale.
This work presents a general reconstruction of the principle of proportionality, along with its historical genesis and most relevant use by the constitutional court in criminal law aspects. Notwithstanding the logical effort of setting a rigorous definition, the principle of proportionality displays a blurred picture in concrete application practices. Furthermore, the link between its operational extent and some axiological elements that forerun the court judgment and seems to be too strong to consider the principle of proportionality a reliable guidance instrument in criminal law policy. However, from the opposite perspective, where proportionality is not viewed as a device for state intervention legitimacy but instead as a mean for sanction de-legitimization and a sponsor for the issues of "guarantism", the principle becomes a suitable instrument to test for the overall rationality of norms within the criminal law framework.
