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Paolo Sordi
Il decreto legislativo n. 23 del 2015 condiziona la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di insussistenza del fatto materiale contestato al dipendente licenziato per motivi disciplinari alla dimostrazione "direttamente (...) in giudizio" di tale insussistenza e al superamento, da parte del datore di lavoro, dei limiti dimensionali di cui all'art. 18, commi ottavo e nono, della legge n. 300 del 1970. Da entrambe le previsioni scaturiscono problemi interpretativi in ordine alla distribuzione e all'oggetto degli oneri probatori gravanti sulle parti interessate. In particolare, la prima impone di verificare il suo coordinamento con l'art. 5 della legge n. 604 del 1966 e di precisare il significato dell'avverbio "direttamente": la seconda ripropone, in un nuovo contesto, la risalente questione dell'individuazione del soggetto onerato della prova della dimensione occupazionale del datore di lavoro.
Legislative Decree No. 23 of 2015 conditions the reintegration into the workplace where the challenged material fact regarding the employee dismissed for disciplinary reasons is absent so that the one may demosntrate "directly (...) in the judicial setting" such insuffiency and the surpassing, by the employer, of the limits of art. 18, sects. 8-9 of Law No. 300 of 1970. From both of these provisions there arise problems of interpretation regarding the distribution and the object of the evidentiary burden imposed on the parties concerned. In particular, the first requires the verification of its coordination with art. 5 of Law No. 604 of 1966 and clarification of the meaning of the adverb "directly"; the second proposes, in a new context, the question of the identification of the subject with the burden to prove the employment dimension of the employer.
