Nel corso del settecento la giurisdizione sui crimini diabolici continuò a innescare accesi scontri tra stato e chiesa. Lo testimonia un caso particolarmente intrigante e documentato che, dal 1745, impegnò inquisitori, autorità ecclesiastiche e magistrature secolari della Repubblica di Venezia. L'episodio riguardante le presunte streghe di Buttrio, si trasformò da un processo per stregoneria - inizialmente assunto dall'Inquisizione - in un caso di misto foro per il quale furono ritenuti competenti sia il sacro tribunale sia il Consiglio dei Dieci.