Il saggio analizza preliminarmente i vari signifi cati della parola “diritti”, nel linguaggio comune e in quello giuridico, nonché nella concezione “interna” (o nazionale), e in quella comparatistica, soffermandosi in particolare sul fatto che il concetto di “diritto soggettivo” non presuppone necessariamente una qualifi cazione normativa in tal senso. In seguito, confuta la tesi che si possa confi gurare un “diritto a una buona amministrazione”, in quanto l’amministrazione (buona) è precisamente un prius dell’organizzazione sociale e statale, e questa esigenza si traduce nella previsione di singole e più limitate rivendicazioni di diritti (all’informazione amministrativa, all’intervento nel procedimento, ecc.). Tuttavia, la dottrina può costruire una classe più ampia di queste situazioni reputate meritevoli di tutela nella formula “diritto a una buona amministrazione”, che, a volte, viene recepita anche a livello giurisprudenziale o normativo.