La comparazione penale ha da tempo affiancanto alla mera funzione classificatoria e a quella ancillare rispetto alla dommatica ulteriori dimensioni, volte al superamento dei particolarismi nazionali: da un canto, l'ambizione verso un diritto sovranazionale; d'altro canto, la ricerca di elementi di dialogo o di similitudine tra i sistemi giuridici. In quest'ultima direzione si inseriscono le riflessioni di Dubber, che ambiscono a proporre un metodo giuridico che superi la tradizionale dicotomia tra civil law e common law. Si preconizza così l'abbandono di tradizionali e sterili contrapposizioni tra modelli astratti di inquadramento del diritto e della procedura penali, spesso frutto di reciproche schematizzazioni, proponendo una rifondazione della dottrina penalistica a partire dal superamento della contrapposizione identitaria tra famiglie giuridiche. Al di là dell'ambizione teorica di dar vita ad una New Legal Science, l'utilità del contributo si coglie nella condivisibile esigenza di un più intenso dialogo tra mondi dottrinali speso avvinti da difficoltà di reciproca comprensione e — sottotraccia — nella auspicata apertura del mondo nordamericano ai più compiuti sforzi di elaborazione teorica del diritto penale di matrice romano-germanica.
Comparative criminal law has long supplemented its mere classificatory function and its ancillary role to legal dogmatics with further dimensions, aimed at overcoming national particularisms. One can observe, on the one hand, the ambition towards a supranational law and, on the other hand, the search for a common ground for dialogue or similarities between legal systems. Dubber's reflections fall within the latter category, with a view to proposing a legal method that transcends the traditional dichotomy between civil law and common law. Thus, the abandonment of traditional and sterile oppositions between abstract models of categorizing criminal law and procedure, often resulting from mutual schematizations, is envisioned, overcoming the identitarian opposition between legal families and proposing a refoundation of criminal law scholarship. Beyond the theoretical ambition of bringing a "New Legal Science" into life, the usefulness of this contribution lies in the need for a more intense dialogue between different universes of legal scholarship that are often fraught with difficulties of mutual understanding, and — implicitly — in the much-desired opening of the North American world to the more comprehensive efforts of theoretical elaboration of criminal law of Romano-Germanic origin.