Vittorio Manes
The concept of “fact” underlying the theoretical conflict of final judgments (Article 630, letter a, of the Italian Code of Criminal Procedure) is at the core of an important interpretative development in the case law of the Italian Supreme Court. This development tends to relativize — if not overcome — the traditional position whereby a case review is only admissible in the event of logical incompatibility between facts, while it is excluded when the conflict involves mere legal considerations. The Author endorses this case-law evolution by presenting a notion of “fact” that is relevant from a criminal legal standpoint — and for the purposes of a review — based on the historical event according to the “normative selection” made by the legislator in the criminal law provision. Only this kind of notion would allow the extraordinary remedy provided by legal review pursuant to Article 630(a) of the Italian Code of Criminal Procedure to represent “not a virtual and abstract, but an effective and concrete protection” of the innocent. From another perspective, the Author also presents arguments for the constitutional illegitimacy of legal limitations that preclude an application for review concerning an aggravating circumstance.
La nozione di “fatto” alla base del conflitto teorico di giudicati (art. 630, lett. a, c.p.p.) è al centro di una importante evoluzione interpretativa nella giurisprudenza della Corte di Cassazione, che tende a relativizzare — se non a superare — la tradizionale posizione che ammette la revisione in caso di inconciliabilità logica tra fatti, e che la esclude nel caso in cui il conflitto sia tra mere valutazioni giuridiche. Nell'articolo si evidenzia la condivisibilità di questa evoluzione giurisprudenziale, prospettando una nozione di “fatto” rilevante sul piano giuridico penale — ed ai fini della revisione — che assume a base l'accadimento storico secondo la “selezione normativa” operata dal legislatore nella “fattispecie”. Solo una tale nozione consentirebbe al rimedio straordinario offerto dalla revisione di cui all'art. 630, lett. a, c.p.p. di rappresentare “una tutela non virtuale e astratta, ma effettiva e concreta” a protezione dell'innocente. Sotto altro profilo, si prospettano inoltre le ragioni di illegittimità costituzionale dei limiti codicistici che ostano alla istanza di revisione che abbia ad oggetto una circostanza aggravante.