Deborah Russo
Traendo spunto da alcune sentenze recenti, l'articolo esamina il rapporto tra l'istituto della riserva di legge in materia penale e gli obblighi internazionali di incriminazione. Dopo aver ricostruito il fondamento ideologico della riserva di legge e ripercorso le tappe dell'evoluzione interpretativa subita per effetto delle principali trasformazioni del fenomeno giuridico contemporaneo, esso evidenzia come lo sviluppo della cooperazione internazionale e della tutela internazionale dei diritti umani abbia condotto, per un verso, al rafforzamento della dimensione garantista del principio della legalità penale a discapito di quella « democratica » e, per altro verso, all'emersione di valori e esigenze di tutela nuovi da controbilanciare, come il principio di apertura al diritto internazionale e il diritto alla riparazione delle vittime dei reati. L'articolo dunque mette in discussione la tesi secondo la quale la riserva di legge tutela i valori democratici prevedendo, anche in presenza di obblighi internazionali correttamente eseguiti nell'ordinamento italiano, un monopolio del Parlamento. Esaminando le ricadute degli obblighi internazionali di incriminazione nell'ordinamento italiano, l'articolo conclude che spetti al giudice valutare, caso per caso, se ed entro quali limiti una norma internazionale, già recepita nell'ordinamento italiano e formulata in termini sufficientemente chiari e precisi, possa produrre effetti diretti nei processi interni. Keywords: reservation of law, principle of legality, international obligations in criminal matters, direct applicability of treaties, interpretation in conformity. Parole chiave: riserva di legge, principio di legalità, obblighi internazionali in materia penale, applicazione diretta, interpretazione conforme.
The article explores the relationship between the principle of legality and the international obligations to criminalize in order to assess to what extent the reservation of law (« riserva di legge ») provided by Article 25, para. 1, of the Italian Constitution precludes Italian courts from directly applying international criminal provisions. After discussing the ideological foundation of the reservation of law in the light of the main transformations of the modern system of law, it highlights how the development of international cooperation in criminal matters and of the protection of human rights have led, on the one hand, to the strengthening of the guarantee foundation of the principle of legality to the detriment of the “democratic” one and, on the other hand, to the emergence of opposite values and interests that need to be counterbalanced with, such as the principles of the openness of the Italian legal order to international law and access to justice for the victims of international crimes. The article criticizes the opinion according to which the reservation of law protects democratic values by providing a monopoly of Parliament, because such an interpretation would run against the effectiveness and legal authority of international law. The possible « democratic deficit » of the international obligations to criminalize has to be assessed and addressed by the strengthening of the role of Parliament in the negotiation and adoption of international obligations. The article concludes that an Italian court has the power to evaluate, case by case, whether and within what limits an international norm, already implemented in the Italian legal system and formulated in sufficiently clear and precise terms, can produce direct legal effects in internal cases.